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Tipicità: dolci e frutta

TIPICITA'

 

CALCIONI

Tra Serra San Quirico e Arcevia c'è una rivalità storica che si perde nel tempo. Qui vengono confezionati i Calcioni, tipici ravioli dolci, cotti al forno nella forma a mezzaluna, ripieni di una farcia di pecorino fresco grattugiato, con aroma di limone.
Il Calcione è quindi frutto di un insolito agrodolce, connubio tra il sapore intenso e corposo del formaggio pecorino e dello zucchero.

Diffuso nei comuni del Parco di Arcevia e Serra San quirico

BISCOTTI DI MOSTO

Quella dei biscotti di mosto è una ricetta della tradizione marchigiana. Non sappiamo in quali altre zone si facciano ma spesso scopriamo che sono sconosciuti ai più. C'è chi li chiama biscotti, chi "pan di mosto", chi li accompagna con la marmellata, chi con crema di nocciole, chi li affetta e li mette a seccare in forno per inzupparli a colazione. Insomma, i biscotti di mosto si mangiano in tutte le combinazioni e sono i dolci che campeggiano in tutte le Feste d'Autunno dove si sposano perfettamente con il vino cotto, altro prodotto tipico del territorio.

Diffuso nei comuni del Parco Gola della Rossa e di Frasassi, prodotto da tutti i fornai nel periodo post vendemmia.
A Serra San Quirico è stato riproposto un fine settimana con la "Festa del Biscotto di Mosto e del Vino cotto".

LONZINO DI FICO

La ricetta del lonzino di fico risale al 65 d.C. trasmessa fino a noi dalla tradizione contadina. Dopo l'essiccatura al sole, i fichi vengono amalgamati alle mandorle, a pezzi di cedro e semi di anice stellato, impastati con sapa o mistrà e avvolti in foglie di fico diventano lonzini, utili per la merenda dei ragazzi e i fine pasto delle feste. Dal colore marrone dorato, compatti e solidi, sono ottimi tagliati a fettine e accompagnati da pecorino di fossa o ricotta di vacca. Un presidio Slow Food sta recuperando questa produzione a partire dalla ristorazione locale.

Dolce della tradizione, caratteristico della provincia di Ancona, prodotto a livello artigianale soprattutto nei paesi della Vallesina.

MIELE DI MONTAGNA

L'apicoltura è molto diffusa nel territorio coltivato a erba medica, lupinella e sulla, ottime piante nettarifere. La qualità del miele deriva anche dalle specie vegetali spontanee e in particolare a un'erba infestante, la stachys annua o Erba della Madonna. Diverse le varietà di miele a seconda del nettare da cui hanno origine, in ogni caso si ha un prodotto di elevata qualità, dolce, poco aromatico e di colore chiaro. Oltre al millefiori, il più ricercato grazie al gusto degli aromi che variano ad ogni stagione, si producono mieli unifloreali quali acacia, castagno, girasole, lupinella, melata, che al variare del tipo di flora generano prodotti diversificati.

Un tempo nelle case rurali veniva posta un'arnia definita "arnia marchigiana". Oggi l'apicoltura è molto diffusa sulle colline dove le erbe spontanee producono nettare di qualità e le api trovano il loro habitat naturale. Per l'alta qualità i nostri mieli partecipano a mostre e degustazioni.

MELA DEL PAPA

Riscoperta una pianta secolare di mele ritenuta scomparsa chiamata "Mela del Papa", da Leone XII (Annibale della Genga) che effettuò il primo innesto circa 200 anni fa. La scoperta è frutto di una ricerca storica effettuata dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) della Provincia di Ancona. Di quel melo esistevano solo tre esemplari in un casolare del luogo, ma grazie al progetto, in collaborazione con l'ASSAM (Agenzia regionale per lo sviluppo agricolo), sta tornando in produzione.

La diffusione già in fase avanzata nel comune di Genga, sta raggiungendo territori più ampi grazie alla produzione di piantine pronte per essere messe a dimora, effettuata nel Vivaio forestale regionale di Sant'Angelo in Vado.